Vi sarà capitato di leggere annunci o post sui social dove un allevatore offre un gatto adulto, spesso a cambio di un rimborso spese, con la dicitura “Rehoming” e vi sarete chiesto cosa significa.
Ora ve lo spiegherò nel modo più chiaro possibile, cosa vuol dire e il perché di questa scelta.
Quando si parla di allevamento, si pensa subito ai cuccioli: alla loro dolcezza, alle coccole, alle emozioni della prima notte nella nuova casa. Ma dietro ogni cucciolo c’è un lavoro attento, silenzioso, fatto di scelte difficili e, a volte, dolorose.
Cos’è il rehoming
Il rehoming è la ricerca di una nuova famiglia per un gatto adulto che, quasi sempre, ha vissuto in allevamento, essendo stato selezionato come gatto da riproduzione.
Non è un abbandono, non è una rinuncia.
Non è “stufarsi” di un animale ma, al contrario, è una delle scelte più difficili e più responsabili che un allevatore può prendere e spesso lo fa con dolore.
Quando si parla di rehoming gatto, spesso si fraintende il significato. In realtà, è un gesto di amore e responsabilità verso un animale che ha bisogno di una nuova serenità.

Perché un allevatore serio fa rehoming
Un allevatore etico non fa cucciolate infinite.
Sceglie con attenzione ogni accoppiamento, studia le linee di sangue, seleziona gatti in salute e con caratteristiche estetiche che possano contribuire ad affinare lo standard della razza. Lavora con amore e con visione.
Ma anche i gatti scelti con cura, a un certo punto, devono terminare la loro carriera riproduttiva: una femmina, ad esempio, non dovrebbe fare più di 4 cucciolate nella vita.
Talvolta accade anche che un gatto, pur bellissimo e sano, non sia adatto alla vita in allevamento. Perché si stressa, perché soffre la presenza di altri adulti, perché ha bisogno di un ambiente più tranquillo.
Anche volendo tenerli tutti, anche se ogni gatto è un pezzo di cuore, ci sono momenti in cui si deve fare una scelta per il loro bene, e allora arriva il momento di lasciarli andare. Con amore.
Il limite legale: non più di 10 animali
La legge italiana è chiara: in un contesto urbano, l’ASL ha fissato un limite massimo di 10 animali da compagnia per ogni abitazione.
Vale per tutti: per i privati e per gli allevatori.
Vale per gatti, cani e perfino furetti.
In ogni casa non possono esserci più di 10 animali da compagnia!
Anche se vivi in una casa grande, anche se li tieni come figli, anche se potresti accudirli tutti con amore e responsabilità…
Non conta!
Il numero è quello e lo devi rispettare.
Ed ecco che arriva il bivio:
tieni tutti i gatti e smetti di allevare oppure scegli, con dolore, di trovare una nuova famiglia a un gatto che ami per poter continuare il tuo progetto con rispetto e coscienza.

Le scelte difficili che non si vedono
Quasi sempre è un cucciolo nato in casa, cresciuto tra le tue braccia. Scelto tra tanti perché prometteva bene. È stato un compagno di coccole, un papà o una mamma attento. Ma poi arriva il momento di fermarsi, per il suo bene. Perché nessun gatto dovrebbe fare cucciolate all’infinito, né vivere in un ambiente che non gli corrisponde più. Così lo sterilizzi, lo guardi negli occhi e, con il cuore in frantumi, cerchi per lui un divano nuovo. Una nuova mamma. Un amore tutto per sé.
Chi sceglie di adottare un gatto in rehoming accoglie un’anima speciale, spesso più matura, con una storia alle spalle e tanto affetto da dare.
Adottare un gatto in rehoming: una scelta d’amore consapevole
Un gatto in rehoming non viene ceduto a chiunque.
Non basta “piacere”, si cerca per lui l’anima gemella, qualcuno che sia davvero adatto a quel carattere, a quella sensibilità.
Il carattere di un gatto adulto è più definito, è meno elastico, già formato.
C’è chi ama il silenzio, chi cerca un divano tutto per sé, chi adora i bambini, chi vuole solo adulti tranquilli.
Trovare la famiglia giusta è un impegno profondo, a volte ancora più complesso che per un cucciolo.

Perché si chiede un contributo spese per un gatto in rehoming?
Una domanda che spesso viene fatta è: “Perché si paga un contributo per un gatto in rehoming?”. La risposta è semplice:
In un mondo ideale, il valore di quel gatto ceduto in rehoming sarebbe persino più alto di quello di un cucciolo, perché non c’è nulla da immaginare: sai già quanto è meraviglioso, dolce, affettuoso. Se era rimasto in allevamento era perché rappresenta il meglio del meglio, selezionato con cura per proseguire una linea perfetta, un sogno.
Spesso si tratta di gatti giovanissimi, spesso sotto i tre anni, sani, equilibrati, splendidi. L’interesse delle persone va quasi sempre ai cuccioli, eppure chi sceglie di accogliere un gatto in rehoming fa una scelta più consapevole e spesso ancora più profonda.
Il contributo richiesto non è un prezzo: è un rimborso delle spese veterinarie sostenute, per la sterilizzazione, test genetici e esami fatti per consegnare quel gatto in perfetta salute. Nulla di più.

In sostanza…
Dietro a ogni gatto in rehoming c’è una storia d’amore, una scelta ponderata e un cuore che spera di vederlo felice, ancora e per sempre.
Con amore e incanto
Monica Whitewillow